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Rape Day: giusto ban o ipocrisia socio-commerciale?

Vi ricordate Yandere Simulator, il gioco che ha spopolato in termini sia positivi sia negativi per le sue dinamiche grottesche?
Vi ricordate Hatred, rimasto nell’occhio del ciclone per svariati mesi per via della sua violenza eccessiva?
Vi ricordate Active Shooter, per il quale è stata addirittura creata una petizione per la sua rimozione dal mercato?
Tutti questi titoli hanno una cosa in comune (oltre agli argomenti controversi): la rimozione dalla piattaforma di videogiochi Steam gestita dalla compagnia Valve.
Alla lista di giochi destinati a questa fine, si è aggiunto anche il non ancora uscito Rape Day, un videogioco di pessimo gusto sviluppato da un team indie di nome Desk Plant.

In poche parole il gioco in questione è imbientato in un’epoca post-apocalittica, dove l’obiettivo è sopravvivere. Ma la ragione per cui il titolo è stato rimosso dal mercato è per una “feature” presente all’interno: la possibilità di violentare (verbalmente e sessualmente) le donne che si incontrano. Insomma… un nome una garanzia.

Purtroppo, dai vari screenshot e dalle varie riviste che ne hanno già parlato, sembrerebbe che l’argomento “stupro” presente nel gioco non abbia nessuna funzione di critica verso l’argomento e la scelta di Steam nel rimuoverlo potrebbe sembrare, ad un occhio poco attento, una semplice scelta morale attuata dalle menti nobili della società videoludica. Se così fosse, probabilmente il sottoscritto dovrebbe rivedere il suo modo di intendere il mondo e le persone che lo popolano, ma esperienza insegna che è l’economia a far ragionare le menti e quelle di Steam ragionano meglio di tutte, riuscendo a calmare i bollenti spiriti della comunità e contemporaneamente professarsi pro liberismo con una semplice comunicazione:

“Rispettiamo il desiderio degli sviluppatori di esprimersi liberamente e lo scopo di Steam è quello di aiutare gli autori a trovare un loro pubblico. Tuttavia, questo sviluppatore ha scelto dei contenuti e un modo di rappresentarli che rende molto difficile, per noi, aiutarlo in tal proposito.”


Nonostante il gioco in questione si sia del tutto meritato il ban dalla piattaforma preferita dai videogiocatori, vengono alla mente un paio di questioni etico-sociali:

  1. Come può questo gioco essere meno accettabile di un esemplare GTA dove da sempre ci si diverte a uccidere nel più fantasioso dei modi i passanti, o a riprendersi con la forza i soldi spesi per il servizio delle prostitute?
  2. La motivazione da sempre utilizzata da noi giocatori (non è il gioco a generare la realtà ma, bensì, la realtà a generare il gioco), perchè non è più applicabile?
  3. La comparsa di questo gioco è dovuta alla recente apertura di Steam alla pornografia? Se sì, è accettabile l’esclusione di determinati tipi di perversioni?
  4. Che posizione ha Steam in merito all’accaduto?

Di queste domande solo una ha una semplice risposta. Ritornando al concetto che il mondo viene mosso principalmente dall’economia, la posizione di Steam in merito all’accaduto è puramente incentrato sul proprio guadagno. Chiariamo il concetto, certamente Steam non ha bisogno del consenso dell’opinione pubblica per rimanere alle vette delle piattaforme gaming nel mondo, e l’ha dimostrato riammettendo il già accennato Hatred. Ma allora nel caso attuale perchè avrebbe tolto definitivamente questo nuovo gioco? Un’ipotesi personale sarebbe che, data la violenza sessuale un argomento fin troppo sensibile ai giorni nostri (per ovvi motivi), Valve avrebbe appurato che il gioco non avrebbe portato nessun tipo di guadagno (se non quello mediatico) e la soluzione migliore sarebbe stata quella di rimuoverlo dalla propria piattaforma, risultando in questo modo come paladino della giustizia contro un gioco che avrebbe portato una sorta di apologia alla violenza sessuale (quando in realtà è compito della morale ed educazione del singolo saper distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma soprattutto cosa è reale da cosa non lo è).

Per le altre domande ci sarebbero molti altri discorsi da aprire, per lo più filosofici ed intellettualoidi e non basterebbe certamente un articolo per approfondirli a dovere, ma lascio al lettore il compito di pensarci su, fare leva non solo sulla propria morale ma anche sul freddo raziocinio.

Qui scrive una persona che rabbrividisce al solo pensiero di difendere un gioco con questo tipo di contenuto, solo per amor della libertà di espressione e per onestà intellettuale, e se così facendo attirerò insulti o commenti negativi in generale, ben venga. Ho espresso il mio pensiero proprio per rimanere in linea con le motivazioni espresse poc’anzi.

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